Le caratteristiche del norvegese delle foreste

Chi cerca tra le origini del Gatto delle Foreste Norvegesi, si imbatte sovente in racconti mitologici norreni e storie fantastiche che affondano le radici nel passato. 

Pochi sanno che in realtà la razza, strettamente detta, è stata registrata come tale solo negli anni ’70.

A molti piace narrare che il Gatto delle Foreste Norvegesi sia il “gatto dei vichinghi”, preso dalla foresta e portato sulle navi in giro per il mondo.
Le descrizioni dei tre tipi di lince norvegese di Peter Clausson Friis del 1559 evidenziano di certo una somiglianza tra il felino selvatico ed il gatto naturale presente nei boschi della Norvegia (e della Scandinavia tutta).

In realtà, il Gatto delle Foreste Norvegesi si è con tutta probabilità evoluto a partire da gatti comuni a pelo corto, che si sono diffusi in tempi preistorici, adattandosi alle condizioni climatiche attraverso la selezione naturale, sviluppando quelle caratteristiche morfologiche più funzionali alla vita nei boschi scandinavi: pelo spesso ed idrorepellente, sottopelo lanoso isolante, presenza di “pantaloncini”, gorgiera e pelo più lungo sul torace, per isolare dal rigido inverno, presenza di pelo all’interno delle orecchie per isolare dal vento, pelo tra i polpastrelli, un corpo più alto sulle zampe posteriori che anteriori per non far toccare il ventre al suolo e molte altre peculiarità.

E’ in questo senso che si deve parlare di “razza naturale” riferendosi al Gatto delle Foreste Norvegesi: il gatto comune si è adattato alla vita in luoghi dal clima rigido, selezionando generazione dopo generazione le caratteristiche essenziali alla sua sopravvivenza.

Quando le zone rurali hanno iniziato ad urbanizzarsi, nella seconda metà del 1900, i gatti silvestri hanno rischiato però l’estinzione, essendo aumentate negli ambienti urbani le possibilità di sopravvivenza dei gatti a pelo corto (in casa) e riducendosi gli spazi selvatici in cui vivere. 

Anche a causa del fatto che il gene relativo al pelo corto risulta essere dominante rispetto alla sua espressione come pelo lungo, si è assistito ad un progressivo depauperamento della popolazione di Gatti Norvegesi delle Foreste propriamente, a pelo semilungo.

Sono quindi iniziati i primi veri programmi di salvaguardia e selezione, che hanno portato alla fondazione del primo club nel 1975 ed al riconoscimento della razza presso la FIFé nel 1976.

Tratto caratteristico del Gatto delle Foreste Norvegesi è la differente condizione del pelo in estate ed in inverno. 

Il caratteristico pelo semilungo sul dorso, sulla gorgiera e sui pantaloncini, scompare al sopraggiungere dei primi caldi: questo è assolutamente normale e non va minimamente confuso con l’insorgere di una patologia dermatologica.


La combinazione tra i due tipi di pelo (pelo di guardia ruvido ed idrorepellente, sottopelo lanoso termoisolante) serve infatti a proteggere l’animale dal clima rigido e dalle patologie connesse, e tanto la sua crescita che la sua caduta dipendono dalla temperatura ambientale e dalla durata delle giornate.
La muta veloce e massiva, unita alla doppia tessitura, rende il pelo del Gatto delle Foreste Norvegesi “a bassa manutenzione”: una spazzolata alla settimana è più che sufficiente ad evitare nodi e mantenere il pelo e la cute in salute.

Il Gatto delle Foreste Norvegesi è un gatto di taglia grande, con una spiccata differenza nelle dimensioni tra il maschio e la femmina. Il maschio, sempre più grande, ha un peso medio tra i 6 ed i 7 kg, la femmina tra i 4 ed i 5 kg. E’ opportuno ricordare sempre che questa razza cresce in modo molto lento, completando lo sviluppo fisico attorno ai 3 anni di età, pur raggiungendo la maturità sessuale normalmente, come altre razze, tra i 6 ed i 12 mesi.

Morfologicamente, caratteristica da evidenziare, è la lunghezza maggiore delle zampe posteriori, e la lunghezza della coda: queste due caratteristiche si sono evolute per consentire sia la corsa nell’atto predatorio o nella fuga, sia per arrampicarsi e cacciare, saltare, stare in equilibrio.

Trattandosi di una razza naturale, da poco tempo addomesticata, il Gatto delle Foreste Norvegesi mantiene dal punto di vista del carattere alcune peculiarità che, in natura, avrebbero aiutato nella sopravvivenza. 

Come tutti i felini è quindi intelligente e sveglio, ma unisce a questo un istinto predatorio innato, che in casa si traduce in possibili ingestioni di lacci, pennacchi, fili di plastica. 

Un consiglio sensato è quindi quello di non lasciare a disposizione di un Gatto Norvegese piccoli oggetti come ad esempio laccetti chiudi sacco o gli elastici per capelli che potrebbero essere ingeriti.

Per gestire al meglio l’istinto all’arrampicata, e far mantenere attiva e sana la muscolatura, è opportuno arricchire l’ambiente domestico con tiragraffi e postazioni elevate. 

Questo rende la vita d’appartamento assolutamente idonea al Gatto delle Foreste Norvegesi, e molto più sana e sicura che non la possibilità di accesso all’esterno in giardini non protetti o in balconi non posti in sicurezza, che sarebbero decisamente rischiosi per un gatto dal forte istinto predatorio, che rischierebbe la caduta da un balcone per cacciare un piccione.

Gli incidenti domestici sono in effetti una delle cause primarie di visita del Norvegese dal Veterinario, essendo in senso generale un gatto che gode di ottima salute.